Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.

venerdì 25 giugno 2010

APPUNTAMENTI: i migranti incontrano la città









L’Amministrazione Comunale di Bresso, promuovendo la politica dell’accoglienza dei cittadini stranieri alla vita pubblica e all’integrazione sociale, ha il piacere di invitarvi a:


“BRESSO IN FESTA”
i migranti incontrano la città
Domenica 4 Luglio – Parco Rivolta
Dalle ore 10.00 per tutta la giornata

Dalla mattina:SPETTACOLO DANZE ORIENTALI, BANCARELLE CON PRODOTTI ETNICI e ANIMAZIONE MUSICALE CON BONGHI


dalle ore 17,00: Spettacolo sulle pratiche Voodo – pratica originaria del Benin - a cura di
A.F.A. Onlus – Associazione per il futuro dell’Africa -

Il comune di Bresso ha sostenuto A.F.A. Onlus nella realizzazione di una fattoria in BENIN all’interno di un progetto di cooperazione internazionale
Inoltre, all’interno dello Spazio BRESSOCULTURA nella piazzetta di Via Cavour sono allestite le “MOSTRE FOTOGRAFICHE” dei progetti sostenuti nel quadro della Cooperazione Internazionale.




ecco il programma della mostra:




giovedì 17 giugno 2010

O LA BORSA O LA VITA

LE RICETTE PER USCIRE DALLA CRISI



Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra sono impegnati a livello nazionale in una campagna contro la crisi e la manovra del Governo.

Per chiarire cosa sta accadendo e costruire una grande mobilitazione sociale contro il Governo per la fuoriuscita dalla crisi, tra il 19 e il 25 giugno (giorno dello sciopero generale) parte una campagna di sensibilizzazione nei quartieri, nei mercati, nei luoghi di lavoro.

Volantinaggi nelle zone centrali della città, un gazebo centrale in p.zza Cordusio da lunedì 21 a giovedì 24 dalle 12.00 alle 19.00, caratterizzeranno la campagna “O la borsa o la vita: Milano dice NO. In 100 piazze contro Berlusconi e il governo dei sacrifici”.

Diciamo insieme che “NON PAGHEREMO NOI LA VOSTRA CRISI” per costruire un’alternativa alla destra e dare una speranza al paese.

venerdì 11 giugno 2010

Ciao Enrico

L'11 Giugno 1984 se ne andava il compagno Enrico Berlinguer, forse la più importante figura della sinistra italiana dal dopoguerra, fautore dello "strappo" del PCI con il PCUS e padre della questione morale, ancora oggi più attuale che mai.


Oggi, nel suo 26esimo anniversario, vogliamo ricordare il compagno Enrico per quello che era: un uomo che ha dedicato l'intera vita agli ideali in cui credeva, anteponendoli a tutto, perfino alla morte. Non a caso, forse, venne colto da questa nel mezzo di un comizio a Padova mentre difendeva quelle idee che aveva servito per tutta la vita.

Il segretario, ma prima di tutto compagno, Berlinguer è ancora oggi un esempio per la nostra generazione e siamo sicuri lo sarà anche per quelle future.


Vogliamo ricordarlo citando alcune sue parole piene di speranza, passione e amore per luna società veramente libera e giusta:


"Sono convinto che il mondo, anche questo terribile e intricato mondo di oggi, può essere trasformato e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità.

La lotta per questo obiettivo può riempire degnamente una vita"


NON CE LA DARANNO A BERE


Con grande piacere pubblichiamo il seguente articolo, tratto dal giornalino scolastico
"6--" del Liceo Russel di Milano. E' un articolo che descrive in maniera molto esauriente le questioni relative all'acqua e alla sua privatizzazione.

Non ce la daranno a bere
di Matteo Zaffalon
studente del liceo Russel

Ieri l’acqua era un bene comune, naturale, finito ed indispensabile per la sopravvivenza di ogni essere vivente. Oggi, con l’approvazione del Decreto Ronchi (D.L. n°135 del 25/09/09), l’acqua entra a far parte dell’elenco dei prodotti su cui è possibile guadagnare speculando. È in atto un assedio ai nostri portafogli: pur di spremere al consumatore anche l’ultimo euro, ora hanno pensato di prenderci per sete. Resistere è inutile, prima o poi dovremo aprire quel rubinetto che sempre di più assomiglia ad una pompa di benzina.

A questa situazione, purtroppo definibile come una privatizzazione senza compromessi, si è arrivati progressivamente partendo dal ‘94 con il contributo di governi di sinistra e di destra. Il privato si è insinuato sempre più in profondità come un veleno che contamina progressivamente il corpo. Analizziamo ora l’iter legislativo che ha avuto l’acqua in Italia. La Costituzione, con l’articolo n°43, sottolinea l’importanza di affidare ad enti pubblici servizi essenziali che abbiano carattere d’interesse generale, ma non definendo un obbligo in questo senso, le privatizzazione hanno avuto strada spianata. L’epopea ebbe inizio con la costituzione delle ATO (Ambito Territoriale Ottimale) e passando attraverso provvedimenti (*) che affidano fette sempre maggiori di proprietà della rete a privati, si è arrivati ai due testi più significativi e allo stesso tempo disarmanti: il D.L. n°112/08 (Art. 23-bis) e il famigerato Decreto Ronchi. Quale epitaffio migliore di questo: “Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria a favore di imprenditori o di società in qualunque forma […]”.

La tendenza degli ultimi 15anni ha voluto lasciare sempre più spazio al privato per garantire un regime concorrenziale altresì nella distribuzione dell’acqua, anche se non è immaginabile che il privato possa anche solo competere con il pubblico. Quest’ultimo, infatti, non ha nessuna necessità di trarre un utile dalla gestione del servizio, al contrario delle varie multinazionali, garantendo così prezzi accessibili a tutti e attenzione nella manutenzione della rete. Se ipoteticamente immaginassimo che il privato fosse in grado di fornire l’acqua a tariffe inferiori delle municipalizzate, questo sarebbe possibile solo attraverso tagli sulla manutenzione e sul personale. Purtroppo, con il Decreto Ronchi, non sarà possibile neanche questo scenario: ci limiteremo ad assistere allo spartimento del mercato dell’oro blu tra società di servizi che per forza di cosa aumenteranno le tariffe per assicurarsi prima di tutto un guadagno.


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martedì 8 giugno 2010

APPUNTAMENTI

DOMENICA 13 GIUGNO, FESTA NO ELIPORTO
dalle 10 alle 19 all'interno del Parco Nord (area adiacente alla cascina)


Ecco la locandina ufficiale della festa organizzata dal Comitato NO eliporto per domenica 13 giugno che si svolgerà nell’arco di tutta la giornata, all’interno del Parco. Vi aspettiamo numerosi e carichi di entusiasmo… Soltanto con una massiccia partecipazione di tutti potremo impedire questo scellerato progetto salvando così il nostro territorio e la nostra qualità della vita.



martedì 1 giugno 2010

LETTERA APERTA A CLAUDIO GRASSI

ma quale è la nostra proposta di fronte alla crisi?





Di Aldo Giannuli
docente di storia alla Statale di Milano


La lettera aperta che vi proponiamo qui di seguito è stata scritta al terimine dell' Assemblea regionale dell'area "Essere Comunisti" di sabato 29 Aprile in risposta all'intervento conclusivo di Claudio Grassi. Pensiamo possa essere un interessantissimo spunto di riflessione sull'attuale crisi economica, la quale mette in luce una lunga serie di problematiche del tutto inedite che come Sinistra non possiamo ignorare.



Caro Claudio,


colgo l’occasione del tuo discorso conclusivo della riunione di “Essere Comunisti” sabato scorso a Milano per ragionare meglio su un punto che hai toccato di sfuggita ma che mi sembra essenziale per la definizione della linea politica di Rifondazione.Mi riferisco alla tua affermazione per cui siano in presenza di una crisi da sovra produzione che, dunque, richiede interventi ti tipo classicamente keinesiano (rialzo dei salari, rilancio dell’occupazione ecc), per sostenere la domanda sul mercato e rimettere in equilibrio l’economia.




In effetti, sono presenti elementi di sovra produzione: la depressione del monte salari obbliga i ceti subalterni ad indebitarsi, questo genera masse di capitale fittizio che si svela per tale quando l’insolvenza dei debitori diventa conclamata; questo provoca una caduta della domanda che rende le merci prodotte invendibili, con la conseguente mancata realizzazione del profitto.

E’ quello che è successo con la crisi dei mutui e che assomiglia da vicino ai meccanismi della grande crisi del 1929. Personalmente non credo che questa sia la definizione più adatta per la crisi attuale, perchè non è questo l’aspetto peculiare, ma potremmo anche scegliere questa definizione, tutto sta a capirsi sul significato delle parole.I vari aspetti di questa crisi erano stati analizzati da Alberto Burgio nel suo pregevole “Senza Democrazia”, la cui lettura consiglio sempre a studenti ed amici, anche se, per la verità, Alberto non sempre ha tratto tutte le conseguenze delle tendenze che individuava ed, in alcuni tratti, mi è parso troppo suggestionato dal parallelo analogico con il 1929.

Tuttavia, ho l’impressione che si stia facendo strada una vulgata un po’ troppo semplificativa, che forza ancora di più l’analogia con la “Grande crisi”, sino ad una trasposizione meccanica delle ricette keinesiane.A differenza di settanta anni fa, dobbiamo fare i conti con una serie di elementi del tutto nuovi. In primo luogo, è vero che anche la crisi del 1929 fu innescata dall’insolvenza della Germania di fronte al suo debito per le riparazioni di Guerra, ma è anche vero che essa ebbe uno svolgimento prevalentemente interno ai mercati nazionali. E pertanto, le soluzioni del New Deal, con i loro imponenti programmi di opere pubbliche, pur se non bastevoli a superare del tutto la depressione, ottennero comunque l’effetto di invertire la tendenza, avviando la ripresa e conducendola a buon punto. Si può discutere se il decollo degli Usa quale prima potenza economica mondiale sarebbe ugualmente avvenuto -ed in quei tempi- senza l’immenso consumo a fondo perduto della Guerra e la ricostruzione dei paesi europei, ma è ragionevole supporre che, pur se in tempi più lenti, il New Deal avrebbe conseguito i suoi obiettivi.

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