giovedì 28 gennaio 2010
lettera aperta a Nichi Vendola
martedì 26 gennaio 2010
(da il manifesto del 27 gennaio 2010)
Caro Nichi, colgo l’occasione di questo comune giorno di festa per porti una domanda: perché la positiva dinamica che abbiamo messo in moto in Puglia non può essere ripetuta anche nelle altre parti d’Italia?
Nella tua regione, di fronte all’arroganza del gruppo dirigente del PD abbiamo fatto fronte comune. Prima rifiutando la proposta che tu non venissi candidato e poi con il comune sostegno alla tua candidatura nelle primarie. Questo fronte comune ha vinto e il tuo splendido risultato ne è la testimonianza.
In Puglia ha cioè funzionato nei fatti una coalizione di sinistra di alternativa, in grado di tenere un profilo politico autonomo dal PD, che è riuscito, come riuscimmo nel 2005, a vincere le primarie. Una coalizione di sinistra di alternativa che ha aperto contraddizioni nel PD proprio in quanto ha saputo agire con una soggettività propria, non subalterna o manovriera. Si è fatta una battaglia limpida, senza sotterfugi, sia sul piano politico che su quello dei contenuti e la chiarezza ha pagato.
Del resto quando ci siamo visti e sentiti nelle settimane scorse proprio questo punto avevamo messo al centro. Di fronte ad un PD che è caratterizzato da una deriva centrista, con tratti di vera e propria subalternità all’UdC, abbiamo convenuto sulla necessità di coordinare le forze della sinistra al fine di incidere positivamente nella discussione in tutte le regioni. Nella reciproca autonomia avevamo individuato la necessità di unire gli sforzi, di fare una battaglia comune, di evitare che il PD potesse metterci gli uni contro gli altri nella ridefinizione moderata del suo asse politico.
In tutta franchezza , proprio questa battaglia comune a me pare sia venuta meno. Mentre in Puglia abbiamo agito concordemente, questo non avviene nelle altre regioni d’Italia.
Non ho lo spazio per fare una disanima complessiva per cui mi soffermerò solo sul caso della Lombardia, che a me pare emblematico. In questa regione Sinistra e Libertà ha deciso di sostenere Penati a candidato a Presidente proprio mentre questo ha posto un veto sulla presenza della Federazione della Sinistra nella sua coalizione. Qui ci troviamo in una situazione incredibile: il candidato del PD decide di porre una discriminante anticomunista per far parte della sua coalizione e si caratterizza su contenuti che sono grosso modo l’opposto dei contenuti che tu hai sostenuto nelle primarie pugliesi. Sinistra e Libertà, invece di fare battaglia politica e di rompere con Penati, decide di partecipare alla sua coalizione. Mentre in Puglia la sinistra, insieme, ha ottenuto un risultato straordinario, in Lombardia Sinistra e Libertà si fa strumento del tentativo di distruzione della sinistra da parte di Penati.
Caro Nichi ti chiedo quindi di battere un colpo. Se i ricatti non si possono accettare in Puglia, non debbono essere accettati nemmeno in Lombardia. Se è possibile lavorare per l’alternativa in Puglia, deve essere possibile farlo anche altrove. La primavera non la si costruisce in una regione sola.
Paolo Ferrero
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venerdì 15 gennaio 2010
Penati dice no alla Sinistra
Milano, 13 gennaio 2009
Nell’incontro di stamattina con i rappresentanti della costituenda Federazione della sinistra – Ugo Boghetta (segretario regionale Prc), Gianni Pagliarini (segretario regionale Pdci) e Leo Ceglia (coordinatore regionale Lavoro e solidarietà) -, Filippo Penati ha detto no alla proposta di accordo di desistenza in vista delle prossime elezioni regionali.
La proposta, hanno sottolineato Boghetta, Pagliarini e Ceglia nella successiva conferenza stampa, prevedeva la rinuncia della sinistra a candidare propri rappresentanti nel listino, cioè fra i consiglieri eletti con il premio di maggioranza. In tal modo, in caso di vittoria il candidato del Pd avrebbe avuto una maggioranza autosufficiente. Il patto di consultazione, proposto dal Pd, non ha alcuna implicazione concreta, e dunque è solo una presa in giro.
Il problema è che a Penati non interessa vincere, perché parte già candidandosi alla sconfitta. Egli riprende la linea catastrofica dell’autosufficienza che fu di Veltroni e che il Pd anticipò ampiamente in Lombardia, in controtendenza con l’opzione dell’accordo a sinistra che sta venendo avanti in molte regioni del Nord. E questo mentre Formigoni stringe accordi con forze e personaggi dell’estrema destra fascista, pur di vincere ancora una volta.
E’ dunque chiaro che Filippo Penati non vuol costituire un’alternativa politica a Formigoni e al suo impero, ma si preocupa piuttosto di porsi in continuità con l’opposizione all’acqua di rose, spesso convergente con il centrodestra su materie importanti come le privatizzazioni, le grandi opere, il welfare, condotta nell’ultima legislatura dal Pd in Regione Lombardia.
Di un’opposizione vera e senza commistioni al regime di Formigoni ha invece bisogno oggi più che mai la Lombardia, sottolineano i rappresentanti della Fds. E questa opposizione intendono rappresentare Prc, Pdci e Lavoro e solidarietà presentando una lista e un candidato presidente della Sinistra alle prossime elezioni regionali.
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Ufficio Stampa Prc Lombardia
Nell’incontro di stamattina con i rappresentanti della costituenda Federazione della sinistra – Ugo Boghetta (segretario regionale Prc), Gianni Pagliarini (segretario regionale Pdci) e Leo Ceglia (coordinatore regionale Lavoro e solidarietà) -, Filippo Penati ha detto no alla proposta di accordo di desistenza in vista delle prossime elezioni regionali.
La proposta, hanno sottolineato Boghetta, Pagliarini e Ceglia nella successiva conferenza stampa, prevedeva la rinuncia della sinistra a candidare propri rappresentanti nel listino, cioè fra i consiglieri eletti con il premio di maggioranza. In tal modo, in caso di vittoria il candidato del Pd avrebbe avuto una maggioranza autosufficiente. Il patto di consultazione, proposto dal Pd, non ha alcuna implicazione concreta, e dunque è solo una presa in giro.
Il problema è che a Penati non interessa vincere, perché parte già candidandosi alla sconfitta. Egli riprende la linea catastrofica dell’autosufficienza che fu di Veltroni e che il Pd anticipò ampiamente in Lombardia, in controtendenza con l’opzione dell’accordo a sinistra che sta venendo avanti in molte regioni del Nord. E questo mentre Formigoni stringe accordi con forze e personaggi dell’estrema destra fascista, pur di vincere ancora una volta.
E’ dunque chiaro che Filippo Penati non vuol costituire un’alternativa politica a Formigoni e al suo impero, ma si preocupa piuttosto di porsi in continuità con l’opposizione all’acqua di rose, spesso convergente con il centrodestra su materie importanti come le privatizzazioni, le grandi opere, il welfare, condotta nell’ultima legislatura dal Pd in Regione Lombardia.
Di un’opposizione vera e senza commistioni al regime di Formigoni ha invece bisogno oggi più che mai la Lombardia, sottolineano i rappresentanti della Fds. E questa opposizione intendono rappresentare Prc, Pdci e Lavoro e solidarietà presentando una lista e un candidato presidente della Sinistra alle prossime elezioni regionali.
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Ufficio Stampa Prc Lombardia
domenica 10 gennaio 2010
sabato 9 gennaio 2010
ELICOTTERI DENTRO IL PARCO NORD?
LA REGIONE CONFERMA.
FORMIGONI VUOLE DISTRUGGERE IL PARCO NORD!
FORMIGONI VUOLE DISTRUGGERE IL PARCO NORD!
La Regione Lombardia ed il suo Presidente Roberto Formigoni, vogliono dare un duro colpo all’esistenza del Parco Nord e al Comune Bresso con la costruzione di un eliporto all’interno del Parco.
L’Assessore regionale Raffaele Cattaneo ha risposto ad un’interrogazione presentata da alcuni consiglieri dell’opposizione:“…la Regione Lombardia sta attivando un approfondimento sulle opportunità offerte dal trasporto elicotteristico… l’area nord-est dell’Italia avrebbe una possibile domanda potenziale di trasporto elicotteristico per tratte fino a 200 chilometri di 335 mila persone… …confermo la volontà di Regione Lombardia di andare nella direzione di dotarsi di una rete di eliporti e di elisuperfici funzionali allo sviluppo del trasporto aereo, Bresso rappresenta un’ipotesi di localizzazione…”.
Un simile progetto avrebbe un impatto devastante su Bresso, sui Comuni circostanti e soprattutto sul Parco Nord.,
Impatto in termini di inquinamento atmosferico ed acustico.
Impatto in termini di migliaia di metri cubi di cemento rovesciati in mezzo al Parco Nord per costruire le infrastrutture necessarie, ipotesi che distruggerebbe uno dei più grandi e più bei parchi urbani d’Europa costruito con 40 anni di battaglie e sacrifici.
Il comitato d’affari che è l’attuale governo della Regione Lombardia, mette in campo un’opera a vantaggio di pochi benestanti, a danno dell’intera collettività. Gli interessi in gioco sono molto alti, occorre una grande mobilitazione per contrastare questo disegno.
La Sinistra bressese compatta è schierata a difesa del Parco Nord. Garantirà il suo impegno tra i cittadini per costruire un fronte comune con tutte le forze politiche, associazioni e comitati che condividono di scendere in campo in difesa del Parco e a sostegno dell’ Amministrazione Comunale perché ogni sforzo venga compiuto per contrastare questo scempio.
Partito della Rifondazione Comunista Circolo F. Conti – Bresso
Sinistra e Libertà - Bresso
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