Milano, 13 gennaio 2009
Nell’incontro di stamattina con i rappresentanti della costituenda Federazione della sinistra – Ugo Boghetta (segretario regionale Prc), Gianni Pagliarini (segretario regionale Pdci) e Leo Ceglia (coordinatore regionale Lavoro e solidarietà) -, Filippo Penati ha detto no alla proposta di accordo di desistenza in vista delle prossime elezioni regionali.
La proposta, hanno sottolineato Boghetta, Pagliarini e Ceglia nella successiva conferenza stampa, prevedeva la rinuncia della sinistra a candidare propri rappresentanti nel listino, cioè fra i consiglieri eletti con il premio di maggioranza. In tal modo, in caso di vittoria il candidato del Pd avrebbe avuto una maggioranza autosufficiente. Il patto di consultazione, proposto dal Pd, non ha alcuna implicazione concreta, e dunque è solo una presa in giro.
Il problema è che a Penati non interessa vincere, perché parte già candidandosi alla sconfitta. Egli riprende la linea catastrofica dell’autosufficienza che fu di Veltroni e che il Pd anticipò ampiamente in Lombardia, in controtendenza con l’opzione dell’accordo a sinistra che sta venendo avanti in molte regioni del Nord. E questo mentre Formigoni stringe accordi con forze e personaggi dell’estrema destra fascista, pur di vincere ancora una volta.
E’ dunque chiaro che Filippo Penati non vuol costituire un’alternativa politica a Formigoni e al suo impero, ma si preocupa piuttosto di porsi in continuità con l’opposizione all’acqua di rose, spesso convergente con il centrodestra su materie importanti come le privatizzazioni, le grandi opere, il welfare, condotta nell’ultima legislatura dal Pd in Regione Lombardia.
Di un’opposizione vera e senza commistioni al regime di Formigoni ha invece bisogno oggi più che mai la Lombardia, sottolineano i rappresentanti della Fds. E questa opposizione intendono rappresentare Prc, Pdci e Lavoro e solidarietà presentando una lista e un candidato presidente della Sinistra alle prossime elezioni regionali.
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Ufficio Stampa Prc Lombardia
Nell’incontro di stamattina con i rappresentanti della costituenda Federazione della sinistra – Ugo Boghetta (segretario regionale Prc), Gianni Pagliarini (segretario regionale Pdci) e Leo Ceglia (coordinatore regionale Lavoro e solidarietà) -, Filippo Penati ha detto no alla proposta di accordo di desistenza in vista delle prossime elezioni regionali.
La proposta, hanno sottolineato Boghetta, Pagliarini e Ceglia nella successiva conferenza stampa, prevedeva la rinuncia della sinistra a candidare propri rappresentanti nel listino, cioè fra i consiglieri eletti con il premio di maggioranza. In tal modo, in caso di vittoria il candidato del Pd avrebbe avuto una maggioranza autosufficiente. Il patto di consultazione, proposto dal Pd, non ha alcuna implicazione concreta, e dunque è solo una presa in giro.
Il problema è che a Penati non interessa vincere, perché parte già candidandosi alla sconfitta. Egli riprende la linea catastrofica dell’autosufficienza che fu di Veltroni e che il Pd anticipò ampiamente in Lombardia, in controtendenza con l’opzione dell’accordo a sinistra che sta venendo avanti in molte regioni del Nord. E questo mentre Formigoni stringe accordi con forze e personaggi dell’estrema destra fascista, pur di vincere ancora una volta.
E’ dunque chiaro che Filippo Penati non vuol costituire un’alternativa politica a Formigoni e al suo impero, ma si preocupa piuttosto di porsi in continuità con l’opposizione all’acqua di rose, spesso convergente con il centrodestra su materie importanti come le privatizzazioni, le grandi opere, il welfare, condotta nell’ultima legislatura dal Pd in Regione Lombardia.
Di un’opposizione vera e senza commistioni al regime di Formigoni ha invece bisogno oggi più che mai la Lombardia, sottolineano i rappresentanti della Fds. E questa opposizione intendono rappresentare Prc, Pdci e Lavoro e solidarietà presentando una lista e un candidato presidente della Sinistra alle prossime elezioni regionali.
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Ufficio Stampa Prc Lombardia
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