Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.

venerdì 26 marzo 2010

astenersi è un lusso che nessuno a sinistra può permettersi










astenersi è un lusso che nessuno a sinistra può permettersi

di Vittorio Agnoletto

Pubblichiamo l'appello di Vittorio Agnoletto contro l'astensionismo.

Mi rivolgo a tutti i democratici, a tutti coloro il cui cuore batte a sinistra e che oggi si sentono ex militanti, ex simpatizzanti, delusi e sconsolati.

Condivido la vostra stessa rabbia: le divisioni e gli errori commessi ci hanno reso tutti più deboli e meno credibili. Ma non è vero che tanto peggio andranno le elezioni e tanto più facile sarà ricostruire in futuro una sinistra: il “tanto peggio, tanto meglio” in politica non funziona.

Non sono in grado di fare miracoli e non è nel mio stile fare promesse demagogiche e irrealizzabili. Quando ho accettato di candidarmi a Presidente per la regione Lombardia ho voluto assumermi un compito preciso: impegnarmi in campagna elettorale e nei prossimi mesi a ricostruire un unico polo di sinistra coinvolgendo tutta la sinistra diffusa presente nei territori. Il listino e l’appello che mi sostiene hanno proprio questo significato: vi sono personalità indipendenti, tra le più prestigiose della cultura lombarda, che mettono a disposizione la loro credibilità per un progetto capace di riunire la sinistra.

Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Margherita Hack, Paolo Rossi, Emilio Molinari, Milly Moratti, Giorgio Galli, Luca Mangoni detto supergiovane, Andrea Di Stefano e tanti altri con storie politiche e con percorsi culturali diversi fra loro, e talvolta differenti dai miei, hanno deciso di investire in questa scommessa. Insieme a loro, io vi chiedo un voto per costruire oggi un’opposizione intelligente in Lombardia e domani un’alternativa al formigonismo e un percorso unitario della sinistra.

Ho scelto come slogan della mia campagna “Vittorio non è uno di loro” e sullo sfondo i poster di Formigoni e di Penati; il significato è preciso: il nostro programma è diverso dal loro, noi siamo per l’acqua pubblica e contro il nucleare, siamo per la difesa del posto di lavoro e contro le speculazioni immobiliari e finanziarie, siamo per il trasporto pubblico, per i treni dei pendolari e contro l’Expo e contro le immense spese a favore dell’Alta Velocità, siamo per la difesa della sanità e della scuola pubblica contro l’enorme potere della Compagnia delle Opere. Ma non è solo questo: siamo contro una politica che è solo far carriera, contro la logica dei favori agli amici degli amici, contro gli intrecci tra politica e malaffare, che sia la mafia o la corruzione di piccolo cabotaggio. Siamo contro una politica fatta di auto blu, fatta di stipendi troppo alti quando c’è chi fa fatica a sopravvivere, fatta di privilegi e di favori. Anche questo ho cercato di testimoniare nella mia vita e nelle settimane di campagna elettorale. Sarete voi a dire se sono stato credibile.

Per queste ragioni vi chiedo di non astenervi, ma anche di non disperdere, di non sprecare il voto in un semplice atto di protesta, che certamente può procurare la soddisfazione personale di un momento, ma che non aiuta a cambiare la situazione. L’astensione a sinistra oggi è un lusso che nessuno può permettersi; sarebbe un atto snobistico e autolesionista Di fronte ad una crisi economica gravissima, per i lavoratori, per la povera gente, è importante poter avere un riferimento istituzionale; chi della Federazione della Sinistra sarà eletto non potrà risolvere tutto, ma sarà un importante strumento d’aiuto in mezzo all’ indifferenza dei potenti che oggi ci sorridono dalle migliaia di manifesti appesi nelle nostre città, ma che da lunedì volgeranno altrove il loro sguardo predatore.

Vittorio Agnoletto Candidato Presidente FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

Ps: Vi chiedo anche di non votare scheda bianca, perché, come scrive perfino Sergio Romano sul Corriere del 25/3, è bene «evitare che qualcuno la riempia a modo suo: un “incidente” che accade purtroppo anche nelle migliori democrazie», e la nostra non è proprio la migliore!!

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