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giovedì 18 novembre 2010

LA BRECCIA DI PISAPIA!


«Una vittoria netta contro le mediazioni centriste»
di Paolo Ferrero


Oggi festeggiamo la vittoria di Giuliano Pisapia nelle primarie di Milano. Una vittoria netta che parla di un popolo della sinistra che si è stancato delle mediazioni centriste. Una vittoria resa possibile dall'unità della sinistra. Pisapia infatti era sostenuto oltre che da numerose forze della società civile, dalla Federazione della Sinistra e da Sel. Larga parte dei mass media fa finta di non vedere questo dato ma la realtà è inequivocabile. La vittoria di Pisapia su Boeri è stata possibile unicamente grazie alla mobilitazione di tutte le forze della sinistra e la Federazione della Sinistra, che è la forza con il maggior radicamento territoriale, è stata determinante per questo risultato.

Quella nelle primarie di Milano è quindi la vittoria della credibilità di Giuliano e del sostegno compatto della sinistra unita. Da qui, la prima indicazione politica: proponiamo a SEL di presentare una lista unitaria alle comunali di Milano. Abbiamo sostenuto lo stesso candidato e abbiamo vinto; per quale ragione non fare una lista unitaria che si ponga l'obiettivo di dare una risposta a quella voglia di sinistra che è emersa nelle primarie? Il risultato di Pisapia - e di Onida - ci parlano di una vera e propria crisi politica del PD. Il modo migliore per incidere positivamente su questa crisi è proprio quella di offrire uno sbocco a sinistra, con una sinistra unita.


Così come, per uscire dalla grande palude della crisi politica nazionale, proponiamo alle forze che hanno partecipato alla manifestazione del 16 ottobre di costruire un programma comune con cui aprire il confronto con il centro sinistra. Proponiamo di costruire questo programma di sinistra a partire dalla piattaforma della Fiom che tutti condividiamo. La lotta alla precarietà, per la difesa dei contratti collettivi di lavoro, per la redistribuzione del reddito, per la riconversione ambientale dell'economia, per l'acqua pubblica, contro la guerra in Afganistan rappresentano punti condivisi da cui partire. Facciamolo e diamo continuità alla mobilitazione del 16 impegnandoci a sostenere le posizioni su cui quelle centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza.


Le primarie di Milano ci segnalano però anche un altro elemento. La partecipazione è stata inferiore non solo rispetto alle attese ma anche rispetto alle primarie fatte per scegliere il segretario del PD. Un quarto di voti in meno concentrati nelle periferie, nei quartieri popolari. Questo dato ci parla della crisi della politica, del fatto che il teatrino a cui è ridotta la politica viene visto dalla nostra gente sempre meno come il terreno attraverso cui modificare in meglio la propria condizione sociale. In questo contesto sarebbe ridicolo per noi pensare di recuperare questo distacco tra i ceti popolari e la politica unicamente attraverso la pur necessaria azione unitaria. Occorre mettere al centro - a Milano come in tutta Italia - il lavoro di mobilitazione ed organizzazione sociale. Occorre costruire lotte, comitati, mobilitazione per lo sciopero generale.


Occorre costruire il partito sociale su tutto il territorio. Solo se non lasceremo nessuno solo nella crisi, potremo porre le basi per ricostruire una fiducia nella nostra azione politica e nella possibilità di cambiare lo stato di cose presente. La crisi della politica non si risolve con la delega a leader carismatici ma con la ripresa di una soggettività di massa che dia senso e vigore ad una robusta concezione della democrazia.

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